L’onnipotente voto del Parlamento Italiano.

Non sappiamo se sia necessario che un direttore di giornale abbia la padronanza della lingua. Certo che ieri sera al TG3-Notte Luigi Amicone, direttore e fondatore del settimanale “Tempi”, (per la biografia vedi qui) non ha esibito particolari doti oratorie. Ha la nostra comprensione, perché non è facile argomentare e sostenere le ragioni di quella parte politica che pretende per il proprio leader l’impunità dopo una condanna definitiva per un reato grave come l’evasione fiscale. La retorica è l’arte di persuadere e il balbettio, spesso sconclusionato, di Amicone non ha fatto un buon servizio alla causa che voleva sostenere. Oltretutto è incappato ripetutamente in un lapsus (rivelatore di un pensiero inconfessabile o della sua ignoranza linguistica?) Infatti sulla questione della decadenza di Berlusconi dalla carica di senatore ha sempre utilizzato la formula “…il decadimento di Berlusconi…” Se andiamo a vedere sul vocabolario il significato di decadenza (qui) e di decadimento (qui) vediamo che i due lemmi sono sinonimi solo nella definizione di: “graduale scadimento fisico, spirituale; perdita di creatività, involuzione / processo di graduale deterioramento, di perdita di qualità, di vitalità” e solo decadenza ha il significato di: “d. da una carica, cessazione delle funzioni connesse a un incarico”. Forse Amicone, seppure inconsciamente, ha capito che la grande questione che agita la politica italiana non è la possibile decadenza di B. dalla carica di senatore, ma il decadimento psico/fisico di chi da sempre persegue l’eterna giovinezza. “Se il PD al Senato non voterà contro il decadimento di Berlusconi è ovvio che il governo cadrà” ha balbettato l’Amicone. Nella passata legislatura il Parlamento ha già votato che Ruby era la nipote di Mubarak (sfidando la logica e il ridicolo) che adesso si pretenda di votare contro il decadimento di B. (sfidando la fisiologia umana e l’assunto che l’uomo nasce, cresce, invecchia e muore) vuol dire avere del parlamento un’idea assoluta di onnipotenza.

2 pensieri su “L’onnipotente voto del Parlamento Italiano.

  1. Emanuele

    Nomen omen verrebbe da dire, Paolo. E’ ipotizzabile infatti che il ruolo di direttore di un periodico gli sia stato assegnato non per la padronanza dell’italiano ma per probabili capacità di stringere rapporti umani funzionali ai propri obiettivi. Un eventuale voto del parlamento sul decadimento del B andrebbe in contrasto con quanto la chirurgia plastica e la pratica del trapianto capelli stanno sforzandosi di fare da anni, il mantenimento di uno status fisico in grado di mascherare l’azione del tempo. Vedremo chi la spunterà.

  2. Paolo Gallina

    Penso che l’azione del tempo sarà un giudice molto più inesorabile del giudice Esposito e di qualsiasi voto parlamentare. Con buona pace degli amiconi di turno.

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