Primo incontro di Letteral…Mente

             L’Accademia La Parola e il Circolo Culturale Walter Tobagi

                                                       presentano

                                             Letteral…Mente

            Conversazioni al Palco attorno a Psiche e Letteratura

                                                        condotte da

               dott. Franco Castelli e dott.ssa Elisabetta Gesmundo

                                        LUNEDI’ 25 MARZO 2013 ore 18.00

                La voce dei pensieri nascosti tra incognite, attese, speranze

                     Aspettando Godot – La scrittura di Beckett e il pensiero di Bion.

 

Poesie di Giovanni Turra. Letture ad alta voce di Simonetta Nardi. Conversazione con Fulvio Ervas su “Se ti abbraccio non aver paura”

Il teatro di Beckett viene considerato il teatro dell’assurdo, del non senso. Attraverso il confronto tra la sua storia personale , il suo lavoro letterario e l’analisi interrotta con Bion, emergono inaspettati e nuovi significati che aprono prospettive di speranza e fiducia nell’attesa del futuro. Dare  voce tramite la parola scritta ad aspetti non conosciuti di sé difficilmente comunicabili, è la trasformazione operata Beckett nei suoi lavori letterari e da Bion nel suo modello della mente.

Fulvio Ervas, scrittore contemporaneo, nel suo ultimo libro, per altre strade, dà voce e parola ad aspetti incomunicabili di un ragazzo autistico che intraprende insieme a suo padre un  viaggio  attraverso le Americhe, viaggio di conoscenza, esperienza e speranza. Il testo è tratto da una storia vera che Ervas riesce a tradurre in una narrazione  e offre una opportunità di una riflessione sui nostri tratti autistici non comunicabili e sulla possibilità che il leggere e lo scrivere possano  aprire nuovi orizzonti di senso e di trasformazione alle nostre storie.

Giovanni Turra. L’intento di quanto scrivo è violare l’intimità della casa, inventando dei surrogati dell’unheimlich freudiano, la cui massima espressione è per me rappresentata dalle allegorie vuote di Kafka; e tanta scrittura dell’autore ceco è sinistramente consonante con il Beckett de L’ultimo nastro di Krapp e dei romanzi. Nella mia  poesia, la casa significa l’adozione di un punto di vista limitato, uno dei tanti possibili, e l’individuazione di una cornice precisa, al cui interno circoscrivere con esattezza il dominio di alcune esperienze, senz’altro autobiografiche, ancorché tipiche e interpersonali.

Ingresso gratuito –   Il PALCO – Piazzetta C. Battisti (vicino Teatro Toniolo) Mestre

Lascia un commento