Welcome on board

di Gianna Lepri

“Ladies and gentlemen, Welcome on board”. Dopo le istruzioni ai passeggeri, Dalia si
dirigeva verso la cabina del comandante, sbirciando le poltrone in business. Marco era lí,
seduto, come d’accordo. Anche quella volta se lo sarebbe coccolato: flûtes di champagne,
Financial Times, copertina di cashmere per la notte, cuffiette con concerto numero 1 per
violino e orchestra di Tchaikovsy, giusto per ingannare il tempo. Ormai erano diventati una
coppia in volo. In coincidenza con i loro impegni, volavano insieme e una volta atterrati e
Marco sbrigati gli affari, lei lo aspettava per consumare la loro passione. Nel tempo, si
erano amati dovunque. In casette in affitto in riva agli oceani, in esagerati appartamenti al
42º piano su Central Park, in bungalows su spiagge bianchissime, in fragili barche su laghi
immobili, passando pomeriggi, notti o mattine a placare la loro fame vorace di sesso.
Quelle sfrenate galoppate finivano sempre in ristorantini seduti intorno ad un tavolo, trovati
per caso, chiedendo nei bar, negli alberghi o fermando gente per strada, talvolta affacciati
su piscine illuminate, seduti l’una di fronte all’altro, dove continuavano a sollecitare i loro
sensi con colori, profumi e sapori. E allora partivano buone mangiate. Come l’ultima volta
a Santiago del Cile, da Pedro, che aveva offerto alla coppia, tanto per cominciare, una
bottiglia ghiacciata di bianco della California, cosí per gradire. Poi si erano concessi
qualche ostrica, frutta, un dessert e molto champagne. Ostriche, che tanto piacevano a
Marco, che gli ricordavano quella “cosina” di Dalia. Due coppe di fragole e lamponi,
profumati come gli scuri capezzoli della sua donna, un piattino di pesche e albicocche, che
evocavano seni sodi e glutei vellutati e il colore roseo del pube di lei. E poi una banana,
per Dalia. Gli piaceva guardarla mangiarsela a morsi. La rappresentazione perfetta del suo
sesso, mentre lei se ne prende cura. E proprio per finire, benché già satolli, due scodelle
di mousse al cioccolato nero fondente, energetico, il più stimolante fra gli afrodisiaci,
eccitante più della caffeina, eccellente carburante per i loro incontri d’amore.
Perché , se avanzava del tempo, riprendevano le strette amorose, un po’ ovunque, dove
capitava. E via avanti in quel modo, ogni volta che si incontravano.
Era fatta così la loro storia. Molto amore, tanto sesso, ottimo cibo e grande passione.
Con poche certezze, tranne che si sarebbero aspettati sul prossimo volo.

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